Articolo 7
"Il fanciullo è registrato immediatamente al momento della sua nascita e da allora ha diritto a un nome, ad acquisire una cittadinanza e, nella misura del possibile, a conoscere i suoi genitori e a essere allevato da essi."
Purtroppo però non sempre questo basilare diritto viene rispettato.
Se nasci in Italia da un genitore clandestino, oltre al colore della sua pelle, quando compi 6 mesi erediti anche il suo status: diventi un clandestino.
Il "pacchetto sicurezza", infatti, ha introdotto in Italia il reato di clandestinità, attraverso la legge 94/2009 "disposizioni in materia di sicurezza pubblica" entrata in vigore l'8 agosto 2009. La norma introduce nel Testo unico immigrazione - d.lgs. 286/98 - l'articolo 10 bis "ingresso e soggiorno illegale in Italia" che stabilisce che lo straniero che entra o si trattiene nel territorio dello Stato irregolarmente, commette reato.
All'interno del pacchetto sicurezza è inserita una norma che obbliga i clandestini a mostrare il permesso di soggiorno negli atti di Stato civile, quali matrimonio, registrazione di morte e registrazione delle nascite.
Di conseguenza i genitori senza permesso di soggiorno sono impossibilitati a riconoscere i propri figli al momento della nascita; questi bambini rimangono quindi senza i diritti di base, con il rischio di cadere nella rete del racket e dello sfruttamento insieme alle loro madri.
La legge italiana istituisce l'assistenza sanitaria per stranieri clandestini indigenti meglio conosciuta come STP, Straniero Temporaneamente Presente, che dà diritto alle prestazioni sanitarie essenziali. STP è un tesserino che può essere richiesto anche in forma anonima e deve essere rinnovato ogni sei mesi.
Alle donne irregolari che partoriscono un figlio in Italia viene dato un permesso di soggiorno temporaneo, estendibile anche al padre, per l'intera durata della gravidanza, e i primi sei mesi di vita del bambino, ma non rinnovabile né convertibile.
Non possiamo ignorare quanto il reato di clandestinità possa di fatto scoraggiare gli stranieri irregolari a presentarsi a qualunque ufficio pubblico, non solo, chiedendo questo permesso di soggiorno speciale, la donna incinta si autodenuncia, con il rischio di venire espulsa dopo i sei mesi dalla nascita del suo bambino, se nel frattempo non si è ricongiunta con un familiare già regolarizzato sul territorio, o se il papà del bambino in questi sei mesi non è riuscito a trovare un lavoro che lo metta in regola.
Questo rende a tutti gli effetti un bambino nato in Italia "clandestino" se nasce da genitori clandestini. Un bambino per il quale, l'articolo 7 della Convenzione non è valido.
Per scaricare il testo della Convenzione ONU sui diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza