Che l'adolescenza non sia un periodo facile, né da vivere né tanto meno da affrontare come genitori, è sicuramente risaputo. Questo non significa però che debba essere demonizzato, o preso in considerazione sempre e solo per i danni da riparare o quelli da prevenire (quali siano esattamente poi non si sa!)
Per anni psicologi e studiosi di scienze umane l'hanno definita come l'età di mezzo, una sorta di buio e tumultuoso medioevo. Lasciatemi dire che è una visione estremamente semplicistica e di parte dell'adolescenza. È un punto di vista puramente adulto, legato alla paura di non saper gestire gli adolescenti.
Come adulti ed educatori siamo spaventati da questa fase della vita e vogliamo "prepararci" ad affrontarla nel miglore dei modi, utilizzando gli strumenti più adatti ed efficaci.
La realtà è che invece di preoccuparci di essere pronti, sapere cosa fare e come farlo, dovremmo semplicemente accettare di relazionarci con i ragazzi come ci relazioniamo con altri adulti (e personalmente anche con i bambini!): con totale rispetto e stima, disponibili al confronto ed all'ascolto (quello vero, che va ben oltre il semplice sentire ciò che ci viene detto).
Nessun adolescente cerca una guida, qualcuno che gli insegni come crescere e vivere la vita da adulto. Non consapevolmente almeno.
Tutti gli adolescenti cercano il confronto, cosa che può avvenire solo in una relazione paritaria, in cui l'altro (l'adulto) è una persona in grado di mettersi in gioco ed ammettere i propri limiti, i propri sbagli, ma capace anche di esprimere apertamente le proprie emozioni, il disagio come l'euforia.
Penso che il problema di noi adulti, soprattutto di quelli fra noi che cercano di essere educatori consapevoli, sia che siamo troppo impegnati a non giudicare gli adolescenti in quanto tali. Forse dovremmo, invece, impegnarci a lasciarci giudicare, a svelarci come persone nella costruzione di una nuova relazione alla pari.
Se si è genuini in questa cosa, senza troppi intenti dottrinali o educativi in senso "tradizionale" del termine, verremo accettati per quello che siamo. Allo stesso tempo i ragazzi si sentiranno liberi e tranquilli nel mostrarsi per quello che realmente sono, abbattendo il muro intergenerazionale, quella facciata protettiva creata dalle etichette.
Vediamo gli adolescenti come una massa indistinta di persone che cercano di uniformarsi, annoiate e lunatiche, tra picchi di eccitazione e baratri di sconforto.
Nella mia esperienza invece gli adolescenti sono persone estremamente divertenti, con cui è bello passare del tempo. Sono appassionati e di una passione pura e senza riserve. Si impegnano in ciò che interessa loro al 100%, si affezionano facilmente e sono capaci di creare relazioni profonde e sincere. Sono creativi ed hanno spesso idee insolite e non convenzionali. Affrontano le cose con entusiasmo ed hanno rispetto ed ammirazione per le persone che sanno conquistarseli.
Sono munarianamente xerografie originali[1]: apparentemente immagini fotocopiate, che in realtà godono di una propria precisa identità e preziosa unicità. Qualcosa di speciale, a volte un particolare minimo e quasi insignificante, che li rende diversi da tutti gli altri e che da pecore nella massa li trasforma in opere d'arte.
Siamo molto più noiosi ed uniformati noi adulti! Ma ci illudiamo del contrario, nascondendoci dietro la scusa di un'identià matura.
Concludo consigliando la lettura di un libro di Duccio Demetrio che si intitola Elogio all'Immaturità[2]. Non parla di adolescenti, ma presenta il concetto di Immaturità da una prospettiva interessantissima, analizzandone i tratti positivi e vincenti che, guarda caso, sono per la maggior parte tratti tipici anche della condizione adolescenziale!
[1] Xerografie originali: Bruno Munari è stato uno dei primi artisti a sperimentare le potenzialità artistiche della macchina fotocopiatrice. Muovendo in modi diversi il foglio sul piano durante il processo di copia si creano delle fotocopie che sono in realtà degli originali. Un geniale ossimoro artistico...
[2] Elogio all'Immaturità. Poetica dell'età irraggiungibile. Duccio Demetrio, Raffaello Cortina Editore