Carnevale vecchio e pazzo
s'è venduto il materasso
per comprare pane, vino,
tarallucci e cotechino.
E mangiando a crepapelle
la montagna di frittelle
gli è cresciuto un gran pancione
che somiglia ad un pallone.
Beve, beve all'improvviso
gli diventa rosso il viso
poi gli scoppia anche la pancia
mentre ancora mangia, mangia.
Così muore il Carnevale
e gli fanno il funerale:
dalla polvere era nato
e di polvere è tornato.
("Carnevale vecchio e pazzo", G. D'Annunzio)
Carnevale è da sempre la festa dei bambini e un'occasione per gli adulti di ritornare piccoli e spensierati. La parola deriva dal latino medievale "carnem levare", cioè "togliere la carne" dalla dieta, in osservanza al divieto cattolico di mangiare carne durante la Quaresima.
Il Carnevale rappresentava nel passato una vera e propria rottura con il quotidiano, una parentesi di follia che rovesciava le abitudini di tutti i giorni. In una società in cui la fame era la regola, anche i poveri riuscivano a fare qualche scorpacciata, si ballava e si scherzava e soprattutto si compiva una sorta di miracolo, quello di mettere il "mondo alla rovescia".
Che ne è oggi di questa festa? Le città celebri, come Venezia o Viareggio, sono diventate delle attrazioni colorate e fantasmagoriche, occasioni per sfilate di maschere e carri allegorici, soprattutto grandi spettacoli da vedere, nei quali però viene a mancare il coinvolgimento e la partecipazione diretta e attiva.
Dato che si tratta di una festa tipica della nostra tradizione, sarebbe divertente far conoscere ai bimbi le consuetudini del territorio e dell'ambiente culturale in cui cresceranno. Per i più grandicelli, la possibilità di partecipare ai festeggiamenti, favorisce la socializzazione. Carnevale rappresenta l'occasione perfetta per giocare a travestirsi e dare sfogo alla fantasia. Protagoniste indiscusse sono le maschere: un tempo c'erano gli Arlecchino, le Colombina, i Gianduia e i Pulcinella, mentre oggi sono quasi scomparse e il Carnevale può essere celebrato all'insegna dell'ironia e della bizzarria.
Il costumino da Pirata acquistato nel negozio, perfetto dal cappello alla cintura, senza un particolare fuori posto, non ha nulla di creativo, non è un'espressione spontanea di sé.
Lasciamo sfogare la fantasia del bambino, ascoltiamo le sue proposte e aiutiamolo a mettere insieme il tutto. In ogni piccolo c'è una ricchezza infinita di creatività: in un istante può sentirsi una Principessa o un Superman. Per mettersi nei panni dell'eroe preferito gli basterà un semplice oggetto simbolico, come una coperta per mantello, oppure un cucchiaio di legno per bacchetta magica. Inoltre, parlando di paure, il modo migliore per esorcizzarle è ridere di esse, vederne sottolineato il lato buffo e inoffensivo, la caratteristica forse più rilevante del Carnevale.
Sono esperienze che il piccolo rivive in uno scenario di fantasia e affronta in un contesto protetto, con la presenza di un adulto rassicurante: via libera a travestimenti da brivido, come zombie, vampiri e mostri.
Allora, evviva il Carnevale: un momento di divertimento e di socializzazione che inizia dalla famiglia, per proiettarsi poi all'esterno, nelle piazze e nelle strade in compagnia di altri bambini.